L’importanza del perdono

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Gli anni scorsi per varie ragioni personalissime ma anche pubbliche e note mi sono lasciata trascinare dalla vita.

Ho assunto ad intermittenza forme di me che non mi sono piaciute, ho vissuto silenziata, in ombra, sono stata letargica e passiva, mi sono fatta spremere per bene dalla logistica e da un lavoro ritrovato che però cozzava con la mia organizzazione familiare.

In ogni assunzione di consapevolezza, da sempre, sono un Diesel ma ciò che ho imparato ad amare di me è che quando decido di cambiare, cambio.

 

Da troppo mi ero promessa di riprendermi in mano, ma forse non ero ancora pronta.

Quest’anno che però per me comincia a Dicembre, mi sono offerta delle occasioni “futili” agli occhi dei più, offertami dai social per crearmi un ritmo e una costanza ed “obbligarmi” ad applicarmi.

Il calendario di #paroelavventate, i #libriniregalini, gli hashtag sempre diversi per le #gioiedinatale mi hanno rimessa in moto, mi hanno portata a “guardarmi” ed attivarmi.

Ho trovato però quale sia stato l’evento privato ad avere agito da molla propulsiva per me: il mio papà è venuto a Bologna mezza giornata per motivi lavorativi e siamo andati a pranzo insieme, per la prima volta in 40 anni, io e lui, adulti che si incontravano in un territorio neutro, in una città non nostra, che ci ha accolti con un sole confortevole e ci ha regalato un pranzo casereccio e gustoso come entrambi desideravamo.

Una passeggiata per il centro di Bologna, a festeggiare un traguardo importante per mio padre, a condividere una tappa fondamentale del suo percorso di vita e a  farlo con una naturalezza atipica per noi.

In quelle poche ore ci siamo detti più di quanto non ci fossimo detti in 40 anni di vita miei.

 

Contestualizzo: i miei sono divorziati, io avevo circa 2 anni e mezzo e si sono lasciati.

Per un po’ sono stata affidata alla nonna paterna  poi mia mamma ha trovato un lavoro e sono tornata con lei.

Amo raccontarmi che erano i due più belli della compagnia, si sono amati e, ops, sono nata io.

Matrimonio riparatore e poi scoperta che quell’amore non bastava, che a quella età forse mio padre, bellissimo, ricciolo e freak, cercava altro.

Il nostro rapporto padre e figlia ha vissuto fasi piuttosto turbolente, si è addirittura interrotto per un malinteso e io ho fatto spazio nel mio cuore e nel mio quotidiano ad un nuovo “papà”, che era il nuovo marito di mia mamma.

Per un bel po’ Salvo è stato molto più presente e reattivo nei miei confronti del mio vero papà, tant’è che lo chiamavo “papà”.

So che questo mio padre non l’ha mai digerito e così, come un rospo che spinge, me l’ha sputato fuori in questa famosa passeggiata e, lì è cambiato tutto in me…la vita, finalmente, mi stava offrendo l’occasione di riallineare i tasselli e io sono stata pronta  e capace di farlo.

 

Con una padronanza e una lucidità che non sono da me, che tendo ad essere tremendamente emotiva e tendente al piantino finale, quando mi ha chiesto “e con l’altro tuo papà?”…inizialmente botta allo stomaco e poi “l’altro mio papà prima di venire a vivere qui, l’ho salutato e come suggeritomi dalla mia psicologa, sono andata a trovarlo e gli ho detto GRAZIE, perché per alcuni anni mi ha fatto davvero da padre ma che ora io ero pronta per lasciare ancora spazio a te, che sei il mio vero papà!” e ci siamo abbracciati.

 

Mi sono sentita così donna, così poco figlia, così grande e salda, mi sono sentita in pace.

In quel momento io l’ho perdonato e gli ho dato l’occasione di farsi amare ancora, di nuovo…anche se non ho mai smesso di aspettarlo e di sciogliermi ad una sua telefonata che esordiva con uno “scricciolo, principessa, come stai?”.

Ho operato dalla parte della soluzione e ho quindi operato per la sua assoluzione.

Un susseguirsi rapido di flashback amari, di attese, di occasioni mancate, di briciole e poi la luce: io non gli ho mai chiuso la porta, l’ho aspettato non perché avessi fiducia che lui tornasse ma che me lo dovevo.

Ho saputo parlargli, mettere parole, a tono, non rancorose né confortevoli, ma parole essenziali, dirette, sincere, pulite, lucide, cresciute in me, sedimentate e ben servite.

L’ha fatto anche lui, trovandosi forse spaesato da quel mio essere diventata grande ed esserselo perso.

Io ho desiderato mio padre e quel giorno la luce del sole bolognese me l’ha restituito.

Ho capito che il perdono solleva l’amore, lo risolve, lo riallinea.
Il perdono è la leva con la quale ci si può sollevare, per darci quindi sollievo.
Ho capito che perdonando lui, pulivo il mio dolore, nutrivo e saziavo il mio vuoto.

 

Ho voluto suggellare il mio traguardo preziosissimo con una foto di noi due insieme, da adulti e mai così connessi.

Una sera poi ero nel lettone con il trio magico e stavo leggendo i libri della biblioteca della scuola materna e ne avevo scelto uno, di cui non sapevo nulla: “La piccola tessitrice di nebbia” che mi aveva attirato per la copertina e la bimba illustrata in copertina.

Non sapevo nulla di quel libro e quindi mi sono accinta a leggerlo con disinvoltura ai bimbi, colpita da questa bimba che raccoglieva la nebbia con una rete e ne faceva un fuso che filava e filava per creare tende, paraventi e persino abiti.

Un giorno quella bimba così poetica riceve una lettera…

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A quel punto quella piccola divento io…

La lettera era del suo papà…e vado avanti a leggere e arriva la pagina dei ricordi di essere stati in 3

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e poi la pagina solitaria e dritta come un pugno nello stomaco

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e poi la testa sull’incavo delle spalle

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e poi lei che da quel giorno non tesse più la nebbia con cui coprire i dolori, ma solo coperte di sole.

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Quella mattina di Dicembre, sotto il sole bolognese, ero diventata anche io una tessitrice di una coperta di sole…e lo so che quel raggio, fisso nei miei occhi liquidi eri tu, nonna Lidia.

Ti ha ascoltato, non ha spezzato il filo!

 

 

 

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4 Commenti

  1. Alice
    Postato 12/01/2019 at 10:46 am | Permalink

    Leggerti è sempre bellissimo… Parole vere, parole piene… un abbraccio e grazie per i tuoi consigli a 360 gradi

  2. Cristina
    Postato 14/01/2019 at 7:01 am | Permalink

    Forse non te l’ho detto mai abbastanza, sono fiera di te delle tue conquiste e in partiolare di questa che fino a poco fa ti graffiava il cuore….ti voglio un mondo di bene biondina mia

  3. Postato 14/01/2019 at 10:47 am | Permalink

    Detto da te, è la conquista più grande!
    Grazie per esserci SEMPRE stata!

  4. Postato 14/01/2019 at 10:47 am | Permalink

    avevo voglia di tornare e sono tornata con un argomento bello peso, ma andava sviscerato e salutato nel 2019, per un buon rilancio!

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