Il concetto di Rêverie: come gestire le emozioni dei figli

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Il tema “caldissimo” dell’ottava puntata del mio “Manuale di sopravvivenza per genitori stressati” sono LE EMOZIONI.

( La puntata la trovate qui  ;-) )

Come gestire le emozioni dei nostri figli? Come reggere i loro momenti di tristezza, di rabbia?

 

La famiglia è la prima agenzia educativa, la prima scuola di vita!

Proprio per questo noi genitori dobbiamo puntare il focus sull’ EDUCAZIONE EMOTIVA dei nostri figli, imparando a diventare dei buoni allenatori emotivi, come vi illustravo già in questo mio vecchio e amato post ispirato al libro “Intelligenza Emotiva! di Gottman.

Un buon genitore è un buon allenatore emotivo!

 

In che senso è un buon allenatore emotivo?

 

Nel senso che un genitore dovrebbe essere in grado di riconoscere e codificare ciò che sta provando suo figlio, mettendosi in dialogo sociale con lui cosi che in questa reciprocità il genitore si attivi nella giusta misura e con la giusta attenzione affinché il figlio possa rinforzare e strutturare la propria intelligenza emotiva.

 

Io mi ci sono molto concentrata come madre a diventare una buona allenatrice emotiva e per farlo ho capito che devo operare una sorta di regressione illuminata, per calarmi nei panni di ogni mio figlio e di ogni sua emotività e chiedermi cosa farei o vorrei al posto suo.

In psicologia questo concetto si chiama Rêverie, dalla psicologa kleiniana Bion, che per prima ne parlò e si rifa al mondo animale, in particolare al mondo degli uccelli.

La mamma uccello pre mastica il cibo e poi imbecca i suoi cuccioli, finché non saranno in grado di digerire da soli.

La stessa immagine vale per noi genitori; anche noi genitori “pre mastichiamo” per i nostri figli tutto ciò che non è riconoscibile e codificabile  e strutturabile nella mente del bambino e lo facciamo diventare pensiero.

La rêverie è la capacità di rendere pensiero ciò che il bambino sta provando.

La rêverie è intesa come capacità della madre di ricevere le impressioni emotive del figlio ed elaborarle in modo che la sua psiche sappia poi  reintroiettarle e assimilarle.

La rêverie è una risorsa preziosa che ci permette di fornire ai nostri figli gli strumenti per riconoscere, dare un nome e poi gestire LE EMOZIONI!

Far rientrare ogni emozione nuova, anche ingestibile ed indigeribile in un contenitore che è quello del pensiero che la riconosca, la cataloghi, la renda più comprensibile, la incornici e la confini spaventerà molto meno chi la sta vivendo.

La rêverie è proprio la capacità di saper pensare: noi come mamma uccello “pre mastichiamo” le emozioni di nostro figlio e le traduciamo, cosi facendo creiamo il contenitore di pensiero in cui lui possa inserirle.

Lo strumento principale per affrontare le emozioni è SAPERLE PENSARE quindi torna la rêverie come azione della madre per insegnare al bambino IL PENSIERO, il poter pensare i pensieri.

Questo processo di  rêverie dura tutta la vita.

Ogni fase evolutiva dei nostri figli richiederà nuove strategie, nuovi aggiustamenti e nuovi contenitori emotivi.

Tradurre le emozioni di un figlio richiede a noi la capacità di accettare anche le emozioni negative, senza negarle e senza banalizzarle ma anche senza farci sentire da esse spaventati o confusi o spaesati.

La nostra solidità rassicurerà anche loro!

Ovviamente per essere dei buoni allenatori emotivi con i nostri figli, dobbiamo esserlo prima verso noi stessi: non reprimere le nostre emozioni né farci travolgere.

Dobbiamo essere sensibili agli stati emotivi dei nostri figli senza trasmettere le nostre ansie.

Loro spesso non comunicheranno con le parole ma più spesso attraverso il corpo e i loro comportamenti.

Anche se vorremmo sempre vederli felici, non cerchiamo di anticipare tutto per loro.

Quello che possiamo continuare a fare per loro è trovare un nome per ciò che provano.

Dare un nome e un contenitore ad ogni sensazione li aiuterà poi a regolarsi in modo autonomo da noi.

Non farci trovare ansiosi e confusi ci renderà sempre un porto sicuro.

Per approfondire il concetto di  rêverie vi segnalo il podcast dello psicologo Giovanni Aricò e in particolare la puntata dedicata a questo concetto che io ho trovato illuminante.

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Per dare un contenitore ad un “contenuto emotivo” che nostro figlio sta provando, oltre a dare un nome a quella determinata emozione, possiamo anche darle una veste estetica e quindi scegliere come si veste un bambino arrabbiato, triste, impaurito, felice? Che accessori sceglierà in base al suo umore? Come si legherà i capelli?

Perché, l’avrete già esperito su di voi, in base al nostro stato emotivo spesso scegliamo un certo stile di abiti, di accessori e di capigliatura.

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Da qui nasce il secondo progetto illustrato da parte di Mafalda di @miniuau ed è la PAPER DOLL EMOTIVA.

Una paper doll da far ritagliare al vostro bambino e da far vestire ed accessoriare in base all’emozione scelta quel determinato giorno.

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Potete trovare nel circoletto dedicato in Instagram le varie versioni che hanno fatto Annie, Leo e Ludovica.

Provateci anche voi!

E mi raccomando aguzzate la vista perché i riferimenti a Wes Anderson sono tanti…provate a riconoscerli?

Vi lasciamo qui i free printable:

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Io mi sono innamorata di loro…grazie Mafy!

ATTENZIONE ATTENZIONE: Mafalda di Miniuau ha anche uno shop su Bigcartel con stickers e stampe che vi innamoreranno…eccovi un assaggio!

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