La forza della mano

 

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Le undici di sera…seduta nel mio letto arancione, nella mia stanza arancione sotto il piumino double-face rosso eeeeeeeee ?! arancione, ovvio. La mano sinistra stretta attorno un cannolo siciliano con cannella che lo accompagna di qua e di là in bocca. La mano destra scorre sulla tastiera del tablet…ed eccomi qua.

Dopo un momento movimentato, eccitante e pensieroso, stancante, stressante, storico e…stupefacente.

Ho mosso LA montagna ed ora ricomincio a godermi i raggi di sole, ad ampio spettro.

Nella mia vita si scrive il mio secondo momento storico…il primo è stato la nascita di mia figlia. Siiiii ce l’ho fatta, ora vivo nella mia casa nuova. Finalmente sono riuscita a finire di creare il nido tutto per me e mia figlia…ed anche per un nuovo membro della famiglia. Doveva chiamarsi Oro ma presto abbiamo capito che il trovatello non è un gattino, ma è una femminuccia. Niente più Oro, ovviamente abbiamo trovato un nome femminile di scorta, si chiama Dea. Anzi, mia figlia l’ha voluta chiamare Orodea, Dea è il diminutivo per gli amici ;-).

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Considerando che all’età di tre anni quando è uscita dal nido, la dada ha avuto una bellssima idea: dare a tutti i bimbi un pesciolino, che mia figlia ha chiamato Passeggino con Orodea, ammettiamolo, mi va di lusso. Almeno non devo spiegare più agli eventuali ospiti che non abbiamo il passeggino carnivoro; accadeva quando chiedevo se qualcuno avesse dato da mangiare a quel povero Passeggino.
Dea ci ha fatto tribolare… Povera si è trascinata per più di due settimane un disturbo intestinale niente male. Lei soffriva ma credetemi soffrivo tanto ma tanto anch’io. Vedere la mia casa nuova, il pavimento chiaro che ogni due per tre diventava a pois con odore corposo e di persistenza che anche i migliori profumieri ci potevano invidiare. Questi si chiamano veri dolori di pancia. La nostra micia tigrata non ne usciva più fuori. Solo dopo 5 giorni di antibiotico abbiamo notato un miglioramento. Inizialmente solo nelle note olfattive e poi è diminuita anche l’intensità di scariche. Incredibilmente con l’antibiotico che non prendevo io sono stata molto ma molto meglio.
Ma torniamo al mio capolavoro. La piccola ristrutturazione dell’appartamento mi è costata un po’ di nervi come avete potuto leggere qualche articolo fa perciò quando sono arrivati gli uomini con l’arredo ero completamente a sangue freddo. No, non sono così brava a non stressarmi anche se ho provato tutte le tecniche conosciute. Semplicemente quando era giunta il loro turno, ero talmente stanca di tutto che mi hanno trovata sotto un velo di totale indifferenza. Pochi giorni prima era arrivata a darmi una mano mia mamma perciò ho mollato la palla a lei. Povera lei non parla italiano ma con i ragazzi del montaggio è riuscita ad andare d’accordo. Io tanto per cambiare ero al lavoro. Quando sono tornata alla sera mi brillavano gli occhi…sì, mi ero commossa. Sono stata 5 minuti ferma in silenzio ad osservare la mia cucina bianco tortora che lega perfettamente con il soggiorno.

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La cameretta della Victoria lilla di fronte alla parete fucsia esattamente come desiderava e la mia stanza arancione , venuta altrettanto perfetta. Ero commossa anche perché è andato tutto liscio e come desideravo.

Ora non resta altro che memorizzare per sempre questo grande momento della mia vita che non vedo l’ora di vivere assieme a mia figlia e Dea e agli altri cari che vorranno farci  visita.
Non ci ho messo neanche tanto a capire come lasciare per sempre una traccia di questo cambiamento in meglio.

Ho deciso di creare un’opera d’arte assieme a tutti coloro che mi hanno aiutata a realizzare questo sogno.

La appenderò all’entrata.

Al primo rinfresco per l’ inaugurazione quindi ho invitato i miei preziosissimi aiutanti – Annalisa dell’agenzia immobiliare, Lucia che mi ha curato il mutuo, Anna – l’ex proprietaria, Yinet e Sofia – un’amica che spesso teneva mia figlia, Stefano Elettricista, Stefano muratore, Ing. Paradiso, Renato che ha curato i pavimenti e non poteva mancare, mia mamma che mi ha aiutato con le pulizie finali e tutto il trasloco.

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All’entrata ho messo un quadro bianco con le tempere ed ho chiesto ai presenti di scegliere il loro colore preferito e stampare sulla tela la loro mano che mi hanno dato letteralmente. Mi resta un bellissimo ricordo di tante mani senza le quali non sarei mai potuta arrivare fin qui. È un quadro che rappresenta la forza di gruppo, perchè assieme abbiamo creato QUALCOSA DI MAGNIFICO. È un simbolo che saper chiedere una mano è davvero bello.
L’unica è che non sono venuti né l’elettricista, né il muratore e men che meno l’ing. Paradiso….non è che se la sono presa per il mio articolo di qualche settimana fa?!

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