Che paura avevo…, lo sai, ero spaventata da te perché ero spaventata da me.
Diventare mamma ancora, essendolo già…mi spaventava.
Sapevo, me lo dicevano tutti che il tunnel l’avrei superato solo al compimento del terzo anno di tuo fratello ed eccomi qui, ora a riflettermi in te e per la prima volta ritrovare da subito qualcosa di anche mio in te…
Sei dei miei colori e me ne vanto un po’.
Certo gli occhi marrone bello dei tuoi fratelli e del tuo papà sono notevoli, ma il TUO blu, un blu marino, un blu che scava e i tuoi capelli color del miele sono i miei.
Ed è emozionante sai, che proprio tu sia quello che mi rassomiglia di più, quello che ho più temuto che sa di me!
Ho oltrepassato dei confini, spoglia di ogni mia sicurezza finta o vera che fosse, di cui pago il prezzo ma che mi hanno fatto avere più contatto di me, più ascolto e quindi più amore.
Non sarò mai la mamma perfetta, la mamma allineata, ma credetemi, trio magico, sarò sempre il meglio che quel giorno mi è stato possibile essere e se non lo saprò essere, vi autorizzo: mettetemi a pensare come faccio io con voi!
Spesso abbiamo bisogno più noi grandi di essere RADDRIZZATI che voi piccini!
Ogni tanto capita che mi senta così…;-)!
Le ha sempre dato fastidio l’artificio del finale felice nelle favole.
È convinta che nella vita non ci siano finali, ma confini.
Si gironzola di qua e di là, s’inciampa … ci si perde.
Isabel Allende, “Il quaderno di Maya”
