Le strategie per farsi ascoltare di più dai propri figli non bastano mai.
Che siano nei terrible two come Leonardo o nella preadolescenza anticipata come Annamaria, trovare un veicolo più lieve ma efficace è sempre prezioso.
Ecco che la scoperta della tradizione delle porte delle fate cade a fagiolo.
C’è chi ne attribuisce l’origine all’idea di una mamma delle Highlands del Sud, Sally Focus e non stento a crederci, considerando il contesto immaginifico in cui lei e le sue bimbe vivono.
Chi invece riconosce l’origine delle prime porte delle fate ad una coppia del Michigan Jonathan and Kathleen Wright ad Ann Arbor, cittadina ora colonizzata ovunque da queste magiche porticine che si possono trovare fuori dai pub, nelle sale da the, nelle librerie e ora ovunque nel mondo, c’è chi le ha avvistate anche negli uffici di Google.
Le porte delle fate o “Fairy Doors” nascono con un intento educativo, oltre che puramente ed indiscutibilmente decorativo.
Sono un utile e potenziale mezzo educativo e un supporto ludico per i bimbi che attraversano un momento difficile come un lutto, una separazione o una fase delicata di vita e hanno bisogno dei cosiddetti “rinforzi positivi”.
Sappiamo che il pensiero magico nei bambini è vitale, li aiuta a vincere mostri, paure, prove, insicurezze, passaggi e le porte delle fate sono un mezzo per ispirare e nutrire tutto questo loro fervido mondo immaginifico.
Essendo io alla ricerca di strategie per farci ascoltare di più e per persuadere all’azione Annamaria che è in fase oppositiva imperante, ben vengano le porte delle fate anche a casa nostra.
Mi sono già convinta che siano un ottimo strumento pedagogico per far rispettare le regole, per stimolare la creatività e creare un luogo magico dove i bambini possano rifugiarsi e sentirsi protetti, accolti e attesi.
Jonathan Wright racconta di aver ideato le porte delle fate per far sognare le sue bimbe e regalare loro uno spazio magico, in cui lasciare libera la fantasia e dimenticarsi per un po’ del mondo reale.
Scoprire un bel mattino che una fatina abita con loro è sicuramente un momento di autentica felicità…magari l’avessi avuta anche io.
Scovare questa porticina che apre ad un mondo infinito di fantasia catturerà ogni bambino di casa e darà vita ad una serie infinita di interazioni magiche: dare un nome alla fata, confidarle segreti, attendere i suoi segnali e consegnarle paure o preoccupazioni in forma scritta o disegnata.
La fata diventerà un’amica speciale.
I bambini si racconta che a volte abbiano consegnato sotto forma di messaggio alle fate qualche loro paura o magone e che i genitori abbiano così scoperto cosa stessero provando.
Come si costruisce una porta delle fate?
Non ci sono regole per costruirla.
Più vicina è ai vostri gusti e al vostro immaginario, più diverrà in modo naturale, parte dei vostri giorni.
Potete scegliere di far disegnare al vostro bimbo un mondo fatato e vedere come la rappresenta per farvi ispirare.
Immaginate per bene tutti i dettagli: la maniglia, la forma, il colore, gli elementi decorativi ed ornamentali, che possono essere stagionali come piace a noi fare nella porta di ingresso di casa.
Scegliete il materiale con cui crearla da soli o acquistarla on line: noi abbiamo preferito il legno, ma potrebbe essere di cartone, polistirolo, pasta di sale, creta o plastica.
Non è obbligatorio che si apra, ma se si apre è molto più affascinante!
Potete predisporre uno sfondo incantato da mettere all’interno, per renderla più suggestiva.
Trovate ora il luogo perfetto dove posizionarla: deve essere un luogo speciale, tranquillo e tutto dedicato.
Un piattino con ghiande, castagne, foglie secche come dono di benvenuto in casa da preparare per la fata che al mattino dopo sarà sostituito da polvere di porporina dorata.
Come rendere la porta delle fate più magica?
Le fate sono molto estete: amano le cose belle e fatte apposta per loro, con cura e amore.
Possiamo aggiungere una buca delle lettere per far recapitare dai bambini i loro messaggi e viceversa., un tappetino come i nostri di benvenuto, una ghirlanda decorativa, dei funghetti e degli alberelli, una panchina con un libro perché si godano il relax, uno stendino per i panni, una scaletta di legno e un piccolo sentiero di ciottoli di legno o sassi, un piccolo set da the di porcellana per quando inviteranno i nostri bimbi per una merenda insieme.
Cosa non deve mancare in una porta delle fate?
Un cartello con scritto: “Una fata vive qui”. (Nel kit che ho trovato su Amazon, di cui trovate le foto più sotto con link, è già presente! )
La polvere magica di porporina come segnale del loro passaggio.
Le ombre di piedini fatati, realizzate con uno stencil o acquistate on line.
Una buca delle lettere.
Le letterine legate con lo spago alla maniglia della porta.
I libri in miniatura.
Un piccolo set da the di porcellana.
Una ghirlanda per quando sarà Natale e un alberello da decorare come sorpresa per lei.
Come usare la porta delle fate come strumento educativo?
La presenza delle fate in casa diventa uno strumento di rinforzo positivo decisivo ai comportamenti dei bambini, ma anche soprattutto negativo, perché se i bambini fanno i monelli, la fata, lo capiranno presto, non si presenterà per un po’.
La fata potrà anche lasciare un dono, un piccolo pacchetto al bambino quando se lo merita particolarmente, e il bambino dovrà lasciare in cambio un dono alla fata.
Il bambino si creerà così un amico magico e allenerà la sua immaginazione illimitata, che nell’era dei nativi digitali è lasciata troppo sommersa e passiva.
Saremo noi genitori a saperla usare nel modo più giusto, lasciando al bambino messaggi che lo spingano ad agire in modo propositivo e positivo la fata li indurrà ad agire nella direzione giusta e successivamente rinforzerà le loro azioni, come un mentore.
Una fata odia i litigi, cerca la quiete, si spaventa di urla e comportamenti sbagliati e ama la gentilezza e la gioia; se non troverà questo nella casa che la ospita se ne andrà.
Sarà una buona idea salutarla all’ingresso in casa e all’uscita…ne sarà compiaciuta.
Leggiamole una favola o raccontiamola, lei adora ascoltare le storie.
Ora che si avvicina il Natale la fata potrà essere un promemoria per fare i bravi bambini prima dell’arrivo di Babbo Natale.
Lo strumento di una fantasia esterna a noi che agisce come rinforzo positivo è ritenuto pedagogicamente utile anche nel caso della fatina del ciuccio, del topolino dei denti ecc.
Viviamo tutti in famiglia la porta delle fate come momento di condivisione, rifugio e comunicazione intima dei nostri stati d’animo e dei nostri umori…sarà un appuntamento magico anche per noi “grandi”, ingabbiati nella realtà.
Le foto di questo post sono prese da questa board Pinterest dedicata!
One Trackback
[…] Ho sempre pensato che credere nella magia sia fondamentale per i bambini, ma anche per noi adulti. Ci permette di tornare indietro nel tempo, quando da piccoli sognavamo ad occhi aperti leggendo storie di gnomi, fate e folletti. E un giorno ho scoperto l’esistenza della porta delle fate. […]